Archivi di organi e uffici statali

È direttamente proporzionale al significativo ruolo che lo Stato ha svolto nella società italiana prima e dopo l’unificazione nazionale la grande importanza per gli studi storici degli archivi delle istituzioni statali presenti sul territorio, di norma conservati presso gli Archivi di Stato, istituti specificamente preposti alla conservazione, alla valorizzazione, alla promozione e alla pubblica fruizione di questo genere di complessi documentali.

L’Archivio di Stato di Napoli fu istituito con decreto del 22 dicembre 1808 alle dipendenze del Ministero dell’Interno; gli Archivi di Stato delle altre province della Campania sorsero a seguito della Legge organica degli archivi del 12 novembre 1818 come “archivi provinciali”, sottoposti quindi al rispettivo Intendente provinciale (figura antecedente dell’attuale prefetto). Questi istituti archivistici costituirono dopo l’unità nazionale una controversa anomalia nell’ambito dell’ordinamento degli archivi italiani, che dal 1875 facevano tutti capo al Ministero dell’Interno. Nel 1932 furono trasferiti allo Stato con decreto del 22 settembre, n. 1391.

Pertanto gli archivi storici degli uffici periferici dello Stato precedenti e successivi all’unità d’Italia sono conservati presso gli Archivi di Stato delle rispettive province. Questi ricevono i versamenti che gli uffici effettuano periodicamente in base alla normativa vigente, alle loro esigenze e alla disponibilità di spazi adeguati presso gli Archivi di Stato competenti per territorio. Oltre a questa funzione, l’Archivio di Stato di Napoli conserva gli archivi degli organi centrali degli antichi Stati di cui questa città fu la capitale.