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Istituto Italiano per gli Studi Storici

L’Istituto italiano per gli studi storici conserva alcuni preziosi fondi archivistici: l’archivio storico dell’Istituto, dal 1946 ad oggi, costituito da 264 buste per complessivi 42 metri lineari, e i seguenti archivi privati: Carlo Cantoni (1792-1909), costituito da 20 buste per 4111 pezzi; Adolfo Omodeo (1910-1970), costituito da 85 buste; famiglia Nicolini (1795-1987), composto da 200 buste e articolato nelle serie di Niccola, Fausto, Nicola e Benedetto Nicolini.
Tutti questi complessi documentari sono stati notificati per il loro notevole interesse storico dalla Soprintendenza Archivistica per la Campania.
L’archivio storico dell’Istituto comprende la documentazione prodotta dalla fondazione nel 1946, suddivisa nelle serie della presidenza di Benedetto Croce (1946-1952), Raffaele Mattioli (1952-1973), Maurizio Mattioli (1973-1986), Giovanni Pugliese Carratelli (1986-1990); Giovanni Spadolini (1991-1994); Sergio Siglienti (1994-2002) e di Natalino Irti (dal 2002); e delle direzioni di Federico Chabod (1947-1960), Giovanni Pugliese Carratelli (1960-1986) e Gennaro Sasso (1986-2011).
L’archivio di Carlo Cantoni (1840-1906), acquisito nel 1981, raccoglie le testimonianze della corrispondenza intrecciata dagli anni giovanili sino alla morte, per un arco di tempo che copre circa mezzo secolo della storia della filosofia italiana ed europea.
L’Archivio Nicolini, acquisito nel 1985, costituisce fonte di grande interesse, sia per la personalità di rilievo dello stesso Fausto Nicolini, sia per gli innumerevoli rapporti che egli intrecciò con personalità della vita civile e culturale dell’epoca. Fra i mittenti, infatti, compaiono Giorgio Amendola, Giovanni Ansaldo, Riccardo Bacchelli, Eugenio Casanova, Giovanni Vittani, Felice e Salvatore Battaglia, Erardo Aeschlimann (preposto al settore antiquario della Hoepli), Giovanni Gentile e i figli Federico e Fortunato, nonché molti archivi di Stato italiani e istituti di cultura anche esteri. Di grande rilievo la corrispondenza con Giovanni Laterza, che verte quasi esclusivamente sul lavoro di redazione della nota collana ‘Scrittori d’Italia’, diretta da Croce e da Nicolini. La parte dell’Archivio riguardante il figlio Benedetto, impegnato a lungo nella stesura di una storia degli eretici e riformati italiani del ’500, include il suo carteggio, nonché appunti e trascrizioni di documenti. L’archivio dell’altro figlio, Nicola, archivista presso l’Archivio di Stato di Venezia, comprende anch’esso una serie epistolare, accanto a schede di documenti sui rapporti veneto-napoletani in età angioina e sulla biografia dei giacobini del 1799. Di grande interesse è uno schedario musicale manodattiloscritto, diviso in “Autori” ed “Esecutori”, testimonianza di un’alacre attività di recensore di manifestazioni musicali napoletane svolta da Nicola Nicolini tra gli anni ’40 e ’70 del Novecento.
L’Archivio Omodeo, donato dagli eredi nel 1993, presenta motivi di grande interesse sia per la personalità di storico e di docente dell’Omodeo, sia per i rapporti che egli intessé con insigni personalità dell’epoca. Fra i mittenti, infatti, compaiono: Benedetto Croce, Giovanni Gentile, Luigi Russo, Ernesto Codignola, Alessandro Galante Garrone, Giuseppe Lombardo Radice, Gabriele Pepe. A eccezione di alcune missive della moglie e del figlio e dei carteggi con Croce e Gentile, già pubblicati, la restante corrispondenza risulta ancora inedita e in grado di riservare non poche sorprese agli studiosi della vita politica e culturale italiana della prima metà del ‘900.

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